Karate-Bambini       

ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA KARATE

 RAMO DI PALO

IL GIOCO

II gioco è un’esigenza fondamentale comune a tutti gli uomini di qualsiasi età, epoca e cultura. E' un tipo di attività che si esprime in molteplici forme e con diversi gradi di complessità. Nella sua dimensione sociale i tratti caratterizzanti sono i seguenti:

  • Attività liberamente scelta, e quindi piacevole;
  • Attività complessa in cui confluiscono numerose esigenze collegate all'età, al sesso, al ruolo, allo status, all'educazione ricevuta, alle consuetudini, alla classe sociale o al gruppo di appartenenza;
  • Attività ricreativa e catartica in quanto consente all’individuo di elaborare comportamenti in cui esprime la propria intelligenza e soggettività
  • Espressione spontanea della cultura di una società.

Nel gioco, la cultura rappresenta se stessa, e tende a riprodurre in forma sdrammatizzata esperienze che hanno un peso importante nel vissuto sociale. Si può affermare che I’uomo gioca tutta la vita. Nel fanciullo, comunque, quest'attività ha connotazioni cognitive molto importanti, ed assume un ruolo determinante nella sua formazione e maturazione globale. Nel gioco il fanciullo vive le proprie esperienze senza ansia o angoscia. In sostanza nel gioco dimensiona cose, persone o situazioni a propria misura, collocando il tutto sotto il proprio controllo emotivo. Nella dimensione ludica sono comprese anche le attività motorie presportive e sportive in quanto organizzate regolamentate ed innestate su vissuti affettivi e cognitivi.

II gioco si caratterizza anche per i seguenti elementi:

  • comprende momenti di incertezza controllabili emotivamente
  • rende tutti partecipi alla comune attività del gruppo, grazie a normative semplici e condivise, facilmente modificabili. Le difficoltà vengono superate dal singolo all’interno del gruppo.
  • rende possibile la realizzazione dei propri bisogni psico-emotivi, grazie alla possibilità che offre di costruire simbolicamente una propria realtà fittizia.

II gioco e quindi un mondo fantastico e reale nello stesso tempo, un contesto di comunicazione e apprendimento di comportamenti sociali, un'attività biologica primaria, indispensabile per mantenere un buon equilibrio neurodinamico, anche perché permette di liberare il "surplus energetico" tipico dell'età evolutiva. "La principale ragione per cui I’uomo, specialmente giovane, sente il bisogno ed il desiderio di giocare, consiste nella possibilità di sottrarsi (giocando, appunto) ai condizionamenti del mondo esterno, che molto spesso si rivelano più forti della nostra capacita di superarli. Nel gioco infatti, viene eliminato ogni rapporto con la realtà e sono evitati, con un aggiramento di natura psicologica, tutti quegli ostacoli da cui, diversamente, l'azione riceverebbe impedimenti e divieti. Ecco perché di tutto l’arco della vita, I’infanzia e quella che gioca di più. Gioiosità, spontaneità e libertà sono gli aspetti caratterizzanti il gioco perché l’individuo controlla la situazione nella quale puo assumere, senza interferenze esterne, il ruolo del più forte nei confronti di tutto quanto e altro da lui". (Prof. Ilio Fagioli).

Solamente attraverso il gioco l’individuo, specialmente in età preadolescenziale, può liberamente esternare la propria esuberanza vitale anche se bisogna sempre tenere presente che il gioco è un insieme di regole. Compito dell’insegnante è quello di non permettere che la forma ludica venga mortificata da regole troppo rigide. Con il gioco si realizzano anche quelle condizioni neuro-psico-motorie che, grazie alla possibilità di realizzare molteplici esperienze, permettono diverse modalità esecutive del movimento nella coordinazione, precisione, funzionalità ed efficienza.

I prerequisiti funzionali più importanti sono:

  • Strutturazione dello schema corporeo.
  • Acquisizione e controllo degli equilibri (statici, statico-dinamici, dinamici);
  • Stabilizzazione e controllo della lateralità;
  • Coordinazione senso-motoria;
  • Organizzazione spazio-temporale;
  • Controllo posturale e coordinamento dinamico generale;
  • Adeguatezza degli schemi posturali motori.

Va inoltre sottolineato come dalla prima infanzia fino alla maturità, ed oltre, ogni attività

motorio-sportiva ha sempre nella motivazione ludica una componente fondamentale. Questo fatto ha conseguenze metodologiche fondamentali, che condizionano I’insegnamento dei primi elementi del gesto tecnico sportivo. Detti gesti dovranno essere collocati in un contesto ludico, e non dovranno mai avere un carattere di estrema specificità e monotonia, ma destare interesse e curiosità nell’apprendimento. Ampio spazio andrà sempre riservato al migliorarnento di tutte le capacità motorie, soprattutto con esercitazioni di gruppo o con partner, giochi di squadra, a coppie, piccoli elementi di acrobatica, uso di attrezzi ginnici, ecc.

I GIOCHI

Uno dei compiti più ardui dell’insegnante, consiste certamente nel proporre le cose da apprendere in modo naturale e Gioioso.

Per quanto attiene alle capacita fisiche, all’apprendimento degli schemi motori di base ed allo stimolo delle capacita cognitive, coordinative e condizionali, legate all'attività fisica, nulla più del gioco può servire adeguatamente alla bisogna. Risulta tuttavia difficile immaginare che le forme di gioco spontanee possano coprire tutte le esigenze di apprendimento dei giovani. Inoltre, il gioco spontaneo tende a far applicare molto gli alunni con tendenza a personalità da leader, e ad emarginare quelli con personalità più "timide". L’insegnante si dovrà pertanto preoccupare di proporre alcuni giochi che garantiscono un adeguato stimolo allo sviluppo delle capacita, e che possano essere praticati da tutti.

Quando si propongono dei giochi, essi dovrebbero essere:

1.     GIOCHI SEMPLICI, CON POCHE REGOLE, FACILMENTE COMPRENSIBILI DA TUTTI

2.     GIOCHI DI BREVE DURATA

3.     GIOCHI VARI, CHE POSSANO ESSERE COMPLEMENTARI TRA LORO PER GLI OBIETTIVI CHE SI PREFIGGONO